Postal Code: SW19. Dress code: bianco, per i giocatori. Colori: verde e viola. Da sempre e per tradizione.
Cos’è? Wimbledon, un torneo di tennis che da mai si limita a fare il torneo di tennis del Grande Slam, cosa che basterebbe di per sé, ma è l’evento sportivo stylish per eccellenza dell’estate britannica (vabbé, la chiamano estate) Per tradizione, proprio. Save the date per due settimane tra giugno e luglio, dal 1877, grazie. Considerato che gli spettatori sentono quasi il dovere di a votarsi a fragole british con panna british e a champagne(per onorare la tradizione, ovvio), così, giusto per intrattenersi tra un match e l’altro, magari non avendo la minima idea di cosa sia un tie break, forse vale la pena fare i tradizionalisti. L’anticonformismo può attendere; le bollicine: no.
Problema: l’ outfit. Perché se la domanda generica “Cosa mi metto?” accompagna ogni occasione o quasi dell’esistenza femminile, la versione più specifica “Come ci si veste per andare a Wimbledon?(senza sembrare una copia sbiadita della Regina Elisabetta o di qualche feudataria del regno) richiede risposte non evasive. Wimbledon è il posto per vedere ed essere visti; gli errori non si perdonano agli atleti (se sbagli, a casa); neanche agli spettatori (se sbagli, a casa: a cambiarti).
In soccorso delle fashion-disorientate, il sito my-wardrobe.com ha stilato una bella lista di: “questo è bene; questo è male”, vademecum di base giusto per chiarirsi le idee.
Quindi, quest’anno: abiti lunghi stampati; colori accesi o pastello; cappello basic, anche panama style, per ripararsi dal sole (basta crederci): SI. NO assoluto e inappellabile a shorts troppo short vagamente rockettari forse glam ma del tutto inappropriati per la ricorrenza: ricordarsi di conservarli per un festival rockettaro. NO anche ai tacchi stiletto: ricordarsi di essere sì su una passerella, ma in mezzo ai prati. Meglio le zeppe. E che Jimmy e Manolo se ne facciano una ragione. In borsa? Occhialoni da sole (hai visto mai che spunta un mezzo raggio: mai farsi trovare impreparate); taccuino per raccolta autografi (hai visto mai che spunta qualche divintà tennistica), meglio se tradizional-stylish alla Smythson, per dire. Ed Evian nebulizzata in bomboletta spray. Per rinfrescarsi, dicono. Anche se così, a occhio, la necessità di una rinfrescata non pare così urgentissima. In London l’acqua non mi pare manchi. Non nebulizzata. Non Evian: Banalissima e umidissima pioggia. Quindi? God Bless Burberry e il trench in tutte le sue forme.
Ps my -wardrobe, nella sua infinita benevolenza, ha predisposto outfit ad hoc. Per le indecise croniche o, più semplicemente, le pigre. God Bless pure lui.
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