di maddalena Massone
Un appuntamento. Daytime o night out. Tempo dichiarato per trucco, parrucco e affini: 30 minuti.
Tempo effettivo per trucco, parrucco e affini: 180 minuti e una serie di malumori (inclusi i propri) da placare.
Storia nota ma, da oggi, storia vecchia. Da quando Blow Fast Beauty si è appostato a Covent Garden, St Martin’s Courtyard per la precisione, niente, dico niente, è più come prima per le Londoner. Perché i Blow-specialisti in tecniche di restauro avanzato, in 45 minuti, sono capaci di dare nuova vita a cere più adatte a Madame Tussaud che a un party. In 45 minuti ripeto. Blow dry, innanzi tutto. Nove stili per nove occasioni o mood diversi: dal Beach blow (mosso modello “ciao sono californiana e faccio surf”) allo Starlet Blow (ondulato modello: “ciao, sono Rita Hayworth”) o al passepartout City Blow (modello: “ciao sono favolosa come il mio carré liscio anche se sono workaholic”), ad esempio. Poi, ovvio, make up (day, evening o night) e manicure (natural, on trend, party). Fatto.
Tutto qui? Sì. Basta solo scegliere, ricordarsi di benedire ora e sempre questa cosa da primatisti del makeover e non lanciarsi a spegnere una qualsiasi sveglia: non ha suonato. E’ tutto vero. Avvertenze: può solo creare seri problemi di dipendenza.
Dimenticavo. Se la zona disastrata è circoscritta all’area capello e dintorni, in 30 minuti ci pensa la premurosa equipe di Daniel Hersherson, efficiente almeno quanto quella di ER. Mezz’ora per shampoo, conditioner e uno styling brand new (anche un raccolto al volo, hai visto mai che c’è da mettersi la tiara). I Bolt della coiffure esistono, quindi, e sono attivi nei loro Blow Dry Bar di Central London. Può questa cosa creare dipendenza? Risposta: SI. Era il caso di dirlo? NO.
www.blowltd.com
www.danielhersons.com
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