Più che il primo giorno, la prima notte. Partire con la Jet Airways da Milano Malpensa è davvero la scelta giusta. Il volo è alle 21,25 e quindi hai tutta la giornata a disposizione. In aeroporto si arriva per le 7 di sera, senza stress, senza neanche accorgertene. Prima di salire sull’auto che mi ha portato a Malpensa, ho tolto vestiti dalla valigia. Dei sandali di Gucci giallo limone, un vestito corto color ottanio. Una pochette di paglia. La valigia è rimasta ugualmente oversize. Non riesco a viaggiare leggera, mi rassicura sapere che ho tutte le mie cianfrusaglie a cui però, in qualsiasi momento, posso rinunciare (lascio negli hotel moltissimi trucchi, creme, borsette e anche scarpe, che generosa). Ad ogni modo, il momento veramente cruciale al check in è stato quello della “spartizione”. C’erano solo 3 posti in Premiere per 8 passeggeri. Chi vuole andare in business? Dopo un’esitazione di 1 secondo, dovuta a una verifica che non fosse San Pietro a far la domanda e a negarmi il Paradiso in caso di poca generosità, mi sono offerta al sacrificio e così carta d’imbarco azzurra alla mano, dopo una sosta alla Lounge Alitalia (pizzette buonissime, ma dico, dove le prendono?), sono salita dall’entrata Premiere sul volo Milano-New Delhi.
Adoro quando gli assistenti di volo mi chiamano Miss Paoli. Mi sento veramente una celebrity, come sapessero il mio nome da sempre e non l’avessero letto un minuto prima sulla carta d’imbarco. La Premiere della Jet Airways ha una conformazione veramente originale. I posti sono disposti a lisca di pesce, in modo che tutti abbiano accesso al corridoio e una maggiore privacy, al momento di trasformare la poltrona in letto. La poltrona è spaziosa, e vi si trovano già cuscino, una trapuntina leggera, una coperta a scacchi (c’è anche in Economy) e, insieme all’aperitivo (ho preso champagne Billecart-Salmon Brut e mangiato tante/troppe mandorle), ti viene consegnata la pochette da viaggio, firmata Lanvin. Nella pochette ci sono mascherina, calzettoni, crema idratante, burro di cacao, spazzolino e dentifricio. La vera comodità è avere tutto a disposizione specie quando la borsa è stata sistemata nella cappelliera e siete troppo rilassati (o brilli) per alzarvi e cercare la vostra trousse.
Veniamo al sedile. La poltrona ha un predellino proprio ad altezza ginocchia di fronte a voi. Una volta richiesta la posizione letto (indicata con un ZZZ, che ho capito pure io), lo schienale scivola verso il basso in posizione orizzontale e la parte del poggiapiedi va a unirsi al predellino, dando vita a un letto totalmente parallelo al pavimento. Ammetto, alle dieci e un quarto ero già tentata di pigiare lo ZZZ e salutare tutti (Notte, Miss Paoli…) ma volevo “provare” la cena e così mi sono fatta forza, ho letto Vogue Italia (che è stato messo ZZZ in un secondo) e poi l’indiano Femina, che portava l’imprescindibile titolo: Gioielli da non tenere in cassaforte, e che ho mirato trangugiando mandorle e Billecart-salmon.
AL momento della cena, il tavolinetto viene apparecchiato con tovaglia bianca, un set di posate (2 forchette, 2 coltelli, 2 cucchiai e un cucchiaino, la cosa si fa seria) e stoviglie firmate William Edwards (che ha creato i servizi di piatti per il Ritz di Londra, per dire) create in esclusiva per Jet Airways. Ho scelto (come quasi tutti i giorni in India) come portata principale il pollo con riso basmati giallo, che è arrivato accompagnato da ciotoline con verdure e una salsa che mi pareva allo Yogurth. In una stagnola argento con righe verdi c’era il pane caldo alle verdure (chapati, buonissimo) che mi ha veramente predisposto al sonno. Ma mai quanto vedere, dal monitor del mio posto, che mancavano “solo” 6 ore e 20 all’atterraggio e volevo assolutamente mettermi in posizione ZZZ.
“Presto, presto…ho finito, può sparecchiare….”.
Il tavolinetto è stato sgomberato in un batter d’occhio. Come maschera di bellezza ho passato una velina intrisa di Lotion Corporelle Lanvin sul viso, un po’ per detergere un po’ per idratare. A quel punto non rimaneva che stendersi, coprirsi con la trapuntina e… ZZZ.
“Notte, Miss Paoli!”, l’ultima cosa che ho sentito. La prima che ho detto: Buon giorno India!
Il resto lo sapete già! Al prossimo viaggio!
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